ANTINTRUSIONE

Tutte le novità dal mondo delle Sicurezza per l'installatore professionista

Caro onorevole, cosa promette per la sicurezza?

Una interessante intervista condotta della rivista essecome-securindex, chiarisce il punto di vista di tre esponenti dei tre principali schieramenti che si contenderanno la guida del paese. Di seguito riportiamo motivazione dell’inchiesta giornalistica e relative interviste.

La sicurezza è al centro del dibattito pre-elettorale di queste settimane per tutti gli schieramenti politici, avendo scoperto che è un tema che, per svariati motivi, tocca in questo momento “la pancia della gente” più di altri. D’altra parte, è anche uno dei temi politici più diretti, che porta gli esponenti dei vari partiti a confrontarsi senza veli sul piano ideologico e misurare, di conseguenza, la capacità di attrarre il consenso degli elettori.

Elettori tra i quali ci sono anche gli operatori della sicurezza, pubblica e privata; solo gli operatori privati sono oltre 200.000, tra installatori, guardie giurate e incaricati fiduciari.

Un bacino di votanti che non sempre ha trovato nei parlamenti e nei governi delle passate legislature l’attenzione dovuta al ruolo ricoperto per assicurare ai cittadini il diritto alla sicurezza garantito dalla Costituzione, partecipando fattivamente all’azione dello Stato da molto tempo prima che si maturasse la stessa concezione di “sicurezza partecipata”, oggi perfino abusata.

Intervista ad Angelo Tofalo – Movimento 5 Stelle

Secondo i dati Istat, i reati denunciati sono in calo, in particolare gli omicidi e i reati predatori, ma l’insicurezza percepita dei cittadini risulta invece stabile. Da cosa dipende secondo lei questo fenomeno?
In effetti, dalla lettura dei dati Istat risulta che i reati denunciati siano in calo, in particolare gli omicidi e alcuni tipi di
reati predatori. Resta però il fatto che l’insicurezza percepita dei cittadini non diminuisca, anzi.
Con ogni evidenza, ci troviamo ormai a vivere nella “società del rischio”, dove bisogna saper distinguere tra sicurezza
oggettiva e quella percepita, dovendo tuttavia tenere ben presente che la Sicurezza è un bene di fondamentale
importanza, una necessità per tutti i cittadini.
Desidero sottolineare che, in base ai nostri principi, le persone devono essere libere di vivere la quotidianità senza
sentirsi minacciati nella loro incolumità ed anche le proprietà dei singoli devono essere protette da ingiusti
danneggiamenti.
Esiste poi una dimensione collettiva della sicurezza, che si realizza nella tutela dell’ordine pubblico. Non basta, infatti,
garantire la protezione dei singoli, se non vengono garantiti interessi collettivi fondamentali, come la legalità e l’ordine
sociale.
Il programma Sicurezza del Movimento Cinque Stelle rappresenta un percorso di comprensione e condivisione di
tematiche molto delicate, uno strumento importante in un mondo in cui le minacce sono in continua evoluzione e non
sempre visibili come, ad esempio, la minaccia cyber.
Il fenomeno dei reati non denunciati evidenzia una sostanziale sfiducia nelle istituzioni da parte dei cittadini e degli operatori economici. Come può essere risolto questo problema?
L’unico modo per invertire questa sostanziale sfiducia dei cittadini verso le istituzioni, evidenziata proprio dal
fenomeno dei reati non denunciati, è diffondere una cultura della sicurezza sviluppando, appunto, modelli di
“sicurezza partecipata”.
Il Movimento 5 Stelle reputa meno efficiente un sistema di sicurezza organizzato secondo una struttura piramidale, in
cui lo Stato sia l’unico soggetto preposto a garantire la prevenzione e la repressione dei crimini; un sistema in cui il
cittadino sia dunque semplice destinatario delle politiche elaborate a livello governativo e realizzate per mezzo delle
forze di Polizia.

Per questo motivo, il Movimento si impegnerà perché siano disciplinate forme di sicurezza partecipata, in cui il bene in
questione sia prodotto da una molteplicità di attori, posti tra loro in una relazione di natura paritaria. La sicurezza non
può essere imposta dall’alto ma è un bene di tutta la collettività e ognuno, nell’ambito del ruolo sociale ricoperto, può
concorrere al suo mantenimento.
Si suole parlare, a questo riguardo, di “sicurezza integrata” quale strumento attuativo di politiche che vedono integrarsi
le competenze esclusive dello Stato in materia di ordine e sicurezza pubblica con quelle riconducibili agli enti locali ed
ai privati operanti sul piano della prevenzione quali, ad esempio, dei “governi territoriali di prossimità”.
Va ricordato che nell’attuale assetto costituzionale, il riconoscimento delle prerogative esclusive statali in materia di
«ordine pubblico e sicurezza» non esclude affatto l’importanza di stabilire per legge statale forme di coordinamento tra
centro e periferia; anzi, se pur prima del 2001 si sono avute forme di collaborazione, da allora è la stessa Costituzione
(art. 118, comma 3) a prevederne la necessità.
“Sicurezza partecipata” significa collaborazione tra pubblico e privato per garantire la sicurezza dei cittadini. In che modo il Movimento 5 Stelle si propone di incentivare privati – aziende e famiglie – che partecipano alla sicurezza pubblica investendo denaro per mettere in sicurezza se stessi?
Parliamo di una stretta collaborazione tra pubblico e privato per garantire la sicurezza dei cittadini. Su questo abbiamo
proposto una reale partnership tra le due parti con formazione ed informazione costante per la PA e la
defiscalizzazione dei costi della sicurezza aziendale che deve, quindi, trasformarsi culturalmente in un investimento per
tutta la Comunità, tenendo saldo il principio che la Sicurezza non viene imposta dall’alto ma è un bene di tutta la
collettività per la quale ognuno può concorrere al mantenimento, nell’ambito del ruolo sociale rivestito.

Intervista a Giorgia Meloni – Fratelli l’Italia

Secondo i dati Istat, i reati denunciati sono in calo, in particolare gli omicidi e i reati predatori, ma l’insicurezza percepita dei cittadini risulta invece stabile. Da cosa dipende secondo lei questo fenomeno?
Chiariamo una cosa: non è che ci siano meno reati, anzi. È la gente che non va più a denunciare furti e reati predatori.
Oggi, purtroppo, l’insicurezza è un sentimento diffuso, dovuto alle politiche messe in campo dalla Sinistra: svuota carceri, indulti mascherati, depenalizzazioni. L’Italia è l’unica Nazione che pretende, siccome ha un problema di sovraffollamento delle carceri, di adeguare il sistema penale alla capienza delle carceri. Non si può fare. E visto che non si va in carcere, il sentimento di insicurezza delle persone aumenta.
Ma c’è anche un altro paradosso: i carnefici diventano vittime e le vittime vengono processate. Guardate il caso del
capotreno condannato per violenza privata e per abuso d’ufficio perché ha fatto scendere un nigeriano privo di
biglietto. Follie simili le abbiamo purtroppo viste anche nei confronti delle Forze dell’ordine colpevoli di fare il loro
lavoro. Perché nell’Italia devastata dal buonismo di Sinistra è proibito far rispettare le regole.
Questo fenomeno evidenzia una sostanziale sfiducia nelle istituzioni da parte dei cittadini e degli operatori
economici. Come può essere risolto questo problema?
Il problema sarà risolto da Fratelli d’Italia al governo quando tornerà la certezza della pena e la sicurezza degli italiani
sarà nuovamente al centro dell’azione dello Stato. Nel nostro programma c’è l’impegno a costruire nuove carceri;
diremo basta agli sconti di pena automatici e faremo in modo che gli immigrati scontino le pene a casa loro. Per noi, la
difesa è sempre legittima e, se lo Stato non è in grado di difendere i cittadini, deve consentirti di difenderti da solo.
Sono convinta che la sfiducia nelle istituzioni si combatta anche con la valorizzazione delle nostre Forze dell’ordine il cui
compenso dovrebbe essere parametrato a quello che avviene nelle grandi democrazie occidentali. È paradossale che,
nell’Italia di oggi, un poliziotto al primo incarico prenda meno di 1200 euro per rischiare la vita ogni giorno, nella stessa
Italia nella quale c’è gente che prende in considerazione l’idea di darti 800 euro per stare a casa.
Quando Fratelli d’Italia sarà al governo, porremo rimedio a una delle ultime trovate dei Governi Pd nella riforma
dell’ordinamento penitenziario voluta dal Ministro Orlando: chi commette reati con pena fino a 4 anni non va in
carcere ma viene affidato ai servizi sociali. Cioè niente carcere per furti, scippi, truffe agli anziani, intrusione in casa e
molti altri reati che affliggono gli italiani onesti. È naturale quindi la sfiducia nelle istituzioni da parte dei cittadini
onesti.
“Sicurezza partecipata” significa collaborazione tra pubblico e privato per garantire la sicurezza dei cittadini. In che modo Fratelli d’Italia si propone di incentivare privati – aziende e famiglie – che partecipano alla sicurezza pubblica investendo denaro per mettere in sicurezza se stessi?
La sicurezza partecipata è fondamentale per garantire la tranquillità dei cittadini. Quando Fratelli d’Italia sarà alla guida
della Nazione, stabiliremo degli incentivi per le istallazioni delle telecamere, sia per le famiglie che per le imprese.
Naturalmente, dovranno essere delle telecamere che abbiano una utilità anche per la collettività, dovranno cioè essere
posizionate in modo tale da inquadrare anche parti di strade, creando così un vero e proprio sistema di raccordo tra i
privati e il pubblico.
Un altro aspetto di cui terremo conto per favorire i privati che partecipano alla sicurezza pubblica riguarda le forme di
incentivo e sostegno all’illuminazione privata che abbia una ricaduta positiva sul territorio, tipo l’illuminazione di
abitazioni o capannoni fronte strada. Favoriremo poi forme di incentivo ad attività commerciali aperte di notte in zone
decentrate, periferiche, e degradate. Infine, stabiliremo delle agevolazioni per la possibilità di accesso gratuito al
trasporto pubblico e a determinati eventi a pagamento per la vigilanza armata riconoscibile in divisa. Per capirci, due
guardie private in divisa se hanno la possibilità di andare gratis in metro sono sicuramente un deterrente al crimine.
Sono convinta che la divisa a prescindere sia un deterrente alla criminalità.

Intervista a Emanuele Fiano – Partito Democratico

Secondo i dati Istat, i reati denunciati sono in calo, in particolare gli omicidi e i reati predatori, ma l’insicurezza percepita dei cittadini risulta invece stabile. Da cosa dipende secondo lei questo fenomeno?
Noi stiamo parlando di un miglioramento dei fattori di sicurezza misurabili quantitativamente a fronte di una stabilità, e non di un aumento della percezione di insicurezza. La differenza tra questi due andamenti del problema ha origini
varie. Innanzitutto, un miglioramento dei dati che misurano la sicurezza non vuol certo dire che i questi problemi siano stati
risolti in modo totale.
In secondo luogo, la situazione sociale produce oggi molti fattori di insicurezza: sul lavoro, sulla pensione, sulla casa e, più in generale, sul futuro. Fattori che non solo aumentano la percezione soggettiva di insicurezza, ma sono prodotti da
condizioni sociali reali, che determinano oggettivamente percezione di insicurezza. Possiamo citarne tanti,
dall’insufficienza di edilizia residenziale pubblica ai valori ancora alti di disoccupazione, ricordando comunque che il
fenomeno globale ed epocale dell’immigrazione è oggi il principale fattore di percezione di insicurezza.
Questo quadro, per quanto dal mio punto di vista abbia avuto un sensibile miglioramento nel corso di questa
legislatura, ha prodotto e produce condizioni che alimentano la sensazione di non essere sicuri o di non essere protetti
a sufficienza.
Anche per questo, noi abbiamo dedicato uno sforzo cospicuo agli investimenti sia in sicurezza (7 miliardi di euro in 5
anni) sia per il recupero e la riqualificazione dei territori più esposti a problemi sociali, come i quartieri periferici delle
città per i quali sono stati investiti 2 miliardi di euro.
Aggiungerei per ultimo, come fattore che produce insicurezza, la questione della comunicazione pubblica e della
propaganda politica. Lo spazio destinato a questi aspetti, lo sfruttamento a fini elettorali della paura, sono per alcuni
partiti il motore essenziale della loro stessa ragion d’essere. Senza l’esaltazione della paura, non ci si può presentare
come gli sceriffi migliori e non si può raccogliere consenso. Ma la soluzione non è l’esaltazione della paura. La
soluzione sta nel far rispettare la legge anche nei quartieri di edilizia residenziale pubblica impedendo, ad esempio, le
occupazioni abusive, nel combattere la disoccupazione, nel governare e ridurre i flussi di immigrazione: quello che
abbiamo fatto e che bisogna continuare a fare.
Il fenomeno dei reati non denunciati evidenzia una sostanziale sfiducia nelle istituzioni da parte dei cittadini e degli operatori economici. Come può essere risolto questo problema?
Il problema della mancata denuncia deve trovare una risposta nella certezza della risposta dello Stato, sia
nell’intervento delle forze dell’ordine che nell’opera della magistratura. Per questo motivo, in questi anni, oltre
all’investimento in sicurezza (assunzioni, riordino, stipendi, investimenti), siamo intervenuti sulla certezza della pena,
aumentando i minimi di pena per i reati cosiddetti “predatori” per permettere che il giudice cautelare possa trattenere
in carcere le persone arrestate anche prima della condanna, in virtù di una previsione minima di pena superiore a
qualsiasi sconto di pena previsto per questi reati.
“Sicurezza partecipata” significa collaborazione tra pubblico e privato per garantire la sicurezza dei cittadini. In che modo il Partito Democratico si propone di incentivare privati – aziende e famiglie – che partecipano alla sicurezza pubblica investendo denaro per mettere in sicurezza se stessi?
Noi abbiamo già fatto passi in questa direzione come, ad esempio, gli incentivi previsti nel decreto sicurezza urbana per
i Comuni che installano sistemi di telecamere intelligenti e altrettanto è stato fatto, con modalità diverse, per i privati.
La politica di incentivo all’investimento privato nei sistemi passivi deve essere ampliata, è un aiuto tangibile all’azione
delle forze dell’ordine.