Telecamere di sorveglianza e tutela della privacy. La storia che vi raccontiamo in questo articolo è una delle tante che quotidianamente accadono nel nostro paese:

Borseggiatrice in azione al supermercato, il furto filmato dalla telecamere di sorveglianza. Avezzano. Borseggiatrice in azione in un supermercato. Ha rubato il portafoglio a una cliente senza farsi scoprire, ma a incastrarla sono state le telecamere di sorveglianza che hanno filmato tutto. Si tratta di P.I., 42 anni, di Avezzano, accusata di furto con destrezza.supermercato ladra filmato A lei sono risaliti gli agenti del commissariato di Avezzano dopo aver avviato le indagini e aver visionato le riprese a circuito chiuso del Maxi Tigre. Non è escluso che siano stati messi a segno dalla donna altri colpi dello stesso tipo e con la stessa tecnica. Sono in corso, al riguardo, ulteriori accertamenti da parte della polizia di Avezzano Fonte: http://www.marsicalive.it/?p=74540#ixzz36EUXvavj

Se da un lato bisogna proteggere gli esercenti commerciali da eventuali furti, allo stesso modo le telecamere di sorveglianza e le relative immagini registrate non devono ledere la dignità dei lavoratori. La legittima esigenza di tutelare il patrimonio, di proteggersi da furti e rapine con impianti di videosorveglianza, non autorizza i supermercati a operare in violazione delle libertà fondamentali e della dignità di dipendenti e clienti. Lo ribadisce il Garante in seguito ai risultati di un’attività ispettiva nel settore della grande distribuzione, che ha rilevato come numerose società non avevano rispettato le garanzie previste dallo Statuto dei lavoratori, dalla normativa sulla privacy e dal provvedimento generale in materia di videosorveglianza predisposto dalla stessa Autorità.

telecamere di sorveglianzaDagli accertamenti disposti dal Garante, è emerso, ad esempio, che tra le società sottoposte ad ispezione, cinque non avevano ottenuto un preventivo accordo sindacale o richiesto l’apposita autorizzazione al competente ufficio del Ministero del lavoro. A tal proposito, l’Autorità ha sottolineato che non è sufficiente che i lavoratori siano stati informati o che abbiano addirittura acconsentito all’installazione del telecamere per far venir meno le specifiche tutele previste dalla normativa o lo stesso divieto di controllo a distanza. Una sesta società, a differenza dalle precedenti, aveva sì ottenuto l’autorizzazione dell’ufficio ministeriale ad installare l’impianto di videosorveglianza, ma non ne aveva poi rispettato tutte le prescrizioni.

Dalle verifiche condotte, sia a campione sia in seguito a segnalazioni, dal Nucleo Speciale Privacy della Guardia di Finanza, sono state riscontrate anche altre violazioni: alcuni esercizi commerciali conservavano le immagini per un arco temporale non giustificato da esigenze specifiche (ad esempio, per ripetuti furti o rapine) così come invece stabilito dal provvedimento generale del Garante in materia di videosorveglianza. Due dei supermercati controllati dal Garante, inoltre, non avevano provveduto a segnalare adeguatamente la presenza delle telecamere con appositi cartelli o avevano omesso di indicare chi fosse il titolare del trattamento. Il legale rappresentante di un supermercato aveva addirittura dichiarato al nucleo ispettivo che l’impianto di videosorveglianza non era in funzione, salvo poi doversi smentire di fronte alle evidenze raccolte.

L’Autorità ha dichiarato illecito il trattamento dei dati personali effettuato dalle sei società tramite i sistemi di videosorveglianza e ha disposto che tutti gli esercizi commerciali si adeguino entro trenta giorni alle misure prescritte alla luce della normativa sulla privacy e dallo Statuto dei lavoratori. Sono in arrivo ulteriori provvedimenti nei confronti di altre società della grande distribuzione. (Garante della Privacy, newsletter 31 ottobre 2013, n. 380)