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L’umiltà dei grandi: La storia Dino Florian

Dino Florian, socio fondatore della Roger Technology, 58 anni compiuti torna a scuola per riprendersi il diploma di maturità lasciato in sospeso, quarant’anni fa, per dare una mano alla famiglia. E oggi di nuovo sui banchi, quest’anno all’ultimo anno delle superiori,  non certo per la necessità di rimettersi in gioco nel mondo del lavoro, visto che dal 2001 insieme ai suoi due fratelli soci d’impresa, Primo e Renato, ha dato vita alla “Roger Technology” di Bonisiolo di Mogliano. Azienda che produce motori e automazioni per cancelli elettrici e che oggi dà lavoro a 65 dipendenti e conta 14 milioni di euro di fatturato.

Ma il fuoco vivo per la scuola in quarant’anni di duro lavoro e di avventure imprenditoriali aveva continuato ad ardere dentro di lui. Mai ha pensato di mollare. Dino era stato studente al Giorgi negli anni ‘70. Conseguendo il diploma triennale di qualifica in Elettromeccanica nel 1976. A 17 anni era il primo della classe. Ma ha dovuto fermarsi lì. E salutare la scuola per imbarcarsi nel mondo del lavoro. Il primo impiego in un’azienda di lavorazione di carni di pollame. Poi in un mobilificio. Infine nel settore meccanico: «Mio fratello più grande già lavorava. In quegli anni per una famiglia avere un figlio che aveva fatto tre anni di scuola professionale era già un successo».

A 20 anni apre la partita Iva. E inizia in proprio l’attività di elettricista nello scantinato di casa. I fratelli iniziano a lavorare con lui. A fine anni ’80 insieme fanno prendere il largo alla loro prima azienda specializzata nel settore dell’elettromeccanica. Gli ordini per conto di altre aziende galoppano. Fino a quando nel 2001 decide che è giunto il momento di produrre i motori e le automazioni dei cancelli elettrici per conto proprio. Con un proprio marchio. Ma al di là dei fatturati la scuola era rimasta il suo chiodo fisso.

La molla che fa scattare la decisione di tornare sui banchi di scuola arriva due anni fa con un evento gioioso in famiglia: la laurea in economia aziendale a Ca’ Foscari del figlio Federico. «Ricordo con emozione quel giorno», racconta Dino. «Quando mio figlio durante la cerimonia di laurea in piazza San Marco ha lanciato il tocco in aria. Io gliel’ho preso al volo. Perché nella sua laurea vedevo pure il mio desiderio di ricominciare a studiare. Mi sono sentito un predatore.

Ma quella conquista era solo di mio figlio. Appena tornato a casa ho chiamato subito l’istituto Giorgi e mi sono iscritto». All’inizio la paura di non riuscire a fare in tempo. Ma finalmente quest’anno Dino affronterà gli esami di maturità insieme alla figlia Liliana, pure lei all’ultimo anno di scuola superiore: «Il diploma era il tassello mancante nel mosaico della mia vita», confida emozionato.

Compagno di classe e insieme datore di lavoro. Dall’anno scorso infatti ha deciso di assumere anche a due compagni di classe che la crisi aveva lasciato a piedi: «Sono stato operaio anch’io. So cosa vuol dire», dice il compagno-imprenditore. «Ma quando sono a scuola sono solo uno studente come tutti gli altri. Ci diamo tutti una mano». Chiusa la porta dell’azienda Dino tutte le sere entra in classe. E qui come al lavoro vale la regola dell’uno per tutti e del tutti per uno: «Io aiuto i miei compagni in Matematica e loro mi danno una mano con l’Inglese».

L’anno scorso Mario è stato promosso con la media superiore al nove. Quest’anno la media è salita ancora con una sfilza di dieci. Ma la corsa per l’alunno 58enne continua: «Mi alzo alle 6 del mattino per andare a lavorare. Torno a casa la sera dopo mezzanotte. La domenica studio. Amo la matematica ma mi piace altrettanto studiare bene tutte le altre materie. Ora posso disquisire di Pirandello. Parlare delle poesie di Pascoli. Condividere discussioni su qualsiasi materia di studio. La scuola serve a questo: ad accendere la scintilla della conoscenza». (Fonte: Alessandra Vendrame. La Tribuna Treviso).